Stiamo parlando dell'Art Lending, ovvero di uno strumento già diffuso nel mercato bancario americano e britannico, che ora si sta facendo lentamente strada anche in quello italiano.
Sostanzialmente, si tratta di una forma di finanziamento in cui l'opera d'arte viene utilizzata dal suo proprietario come garanzia per ottenere una linea di credito.
Il sistema giuridico italiano non disciplina direttamente l'Art lending, quindi, si ricorre sovente alla normativa relativa a mutuo e pegno.
Prima di contrarre il finanziamento, la banca o altro istituto finanziario effettuerà, tuttavia, una serie di verifiche circa l'autenticità e la provenienza dell'opera d'arte, il titolo di acquisto ed i precedenti passaggi di proprietà del bene.
Inoltre, gli istituti finanziari dovranno rivolgersi ad esperti professionisti che elaboreranno un cd. Condition report che documenta lo stato di conservazione dell'opera d'arte nel momento in cui il prestito è stato autorizzato.
In linea generale, la durata del finanziamento varia tra 12 e 24 mesi e viene concesso fino a circa il 50% del valore dell'opera.
Nell'attuale scenario economico e politico più che mai incerto, l'Art lending, sebbene sia ancora poco diffuso nel mercato bancario e finanziario italiano, rappresenta senz'altro per il collezionista una risorsa aggiuntiva per ottenere linee di credito e per trasformare, quindi, un bene illiquido in liquido.
Inoltre, soprattutto in un Paese ricchissimo d'arte come l'Italia, questo meccanismo potrà rappresentare in futuro un'opportunità di finanziamento sempre più attraente.